La festa di Sant’Efisio
La Sardegna è la seconda isola più grande del Mediterraneo dopo la Sicilia e Cagliari è il suo capoluogo e la città più popolata dell’isola.
Da oltre 350 anni, la Sardegna celebra la Festa di Sant’Efisio, una tradizione che si svolge all’inizio di maggio e che unisce il popolo sardo di generazione in generazione, condividendo la fede e la devozione al santo martire.
Ogni mese di maggio, dal 1657, una vivace processione di gruppi folkloristici, cavalli e cavalieri, carrozze decorate (traccas) e fedeli accompagna la statua del Santo dalla città di Cagliari a Nora per 4 giorni. In totale è un percorso di oltre 80 chilometri che unisce la Sardegna e si sardi nella fede e nella devozione al santo guerriero.
Storia di Sant’Efisio
Conosciamo un po’ la storia di Sant’Efisio. Si sa che Efisio era un soldato romano che fu torturato e decapitato per essersi convertito al cristianesimo. Nacque nel III secolo nei pressi di Antiochia, allora parte dell’Impero Romano. Era figlio di padre cristiano e di madre pagana. Una volta cresciuto, si unì all’esercito dell’imperatore Diocleziano come soldato, e gli fu affidato il compito di perseguire e combattere i cristiani.
Durante una missione in Sardegna, ebbe una visione notturna: vide una croce illuminata apparire nel cielo e udì una voce che lo rimproverava per la sua persecuzione dei cristiani. La voce gli predisse che sarebbe stato martirizzato. Profondamente colpito dalla visione, l’uomo decise di convertirsi al cristianesimo. Quando la sua conversione fu scoperta, l’imperatore decise di punirlo e di torturarlo. Fu decapitato nella città di Nora il 15 gennaio 303.
La festa del santo viene celebrata due volte all’anno. La prima il 15 gennaio, giorno della sua esecuzione. La seconda il 1° maggio, la grande festa, nota come Festa di Sant’Efisio o Sagra di Sant’Efisio, senza dubbio la festa più importante di Cagliari e della Sardegna.
Origine della tradizione
Intorno al 1650, la peste nera imperversava in Europa e in Sardegna, provocando numerose vittime tra la popolazione. Gli abitanti della città, duramente colpiti dalla malattia, decisero di chiedere l’intercessione di Sant’Efisio per superare questa terribile pandemia.
Gli abitanti di Cagliari si appellarono a Sant’Efisio, tramite il Voto Solenne, chiedendo di aiutarli a superare la malattia e, in cambio, si offrivano di portare in processione l’immagine del santo da Cagliari a Nora. Così, dal 1657 circa, la processione di Sant’Efisio si celebra ogni primo maggio fino al giorno 4 dello stesso mese.
Il pellegrinaggio parte dalla città di Cagliari e si dirige verso l’antica città di Nora a Pula, per una precisa ragione: a Cagliari Sant’Efisio fu testimone dell’apparizione della croce illuminata nel cielo e a Nora è dove fu torturato e giustiziato.
La processione di Sant’Efisio
La processione di Sant’Efisio da Cagliari a Nora che unisce tutto il popolo sardo, ha il suo punto di partenza nel quartiere di Stampace, situato al centro della città sarda, dove si trova la chiesa dedicata al santo. Qui persone provenienti da tutta la Sardegna si riuniscono, indossano gli abiti tradizionali e adornano le strade con fiori, per festeggiare e rendere omaggio al santo. Durante la processione si suonano le launeddas, gli strumenti a fiato tipici della tradizione sarda, insieme alle campane delle chiese e alle sirene delle navi, come gesto di celebrazione.
Il 1° maggio di ogni anno, l’immagine del santo viene portata in processione per le strade di Cagliari fino a Sarroch, dove i festeggiamenti continuano per tutta la notte. Il giorno successivo, la processione riprende e attraversa Villa San Pietro, per poi giungere a Nora nel pomeriggio del 2 maggio.
Il 3 maggio si svolge la santa messa e la processione nell’area archeologica di Nora. Il giorno successivo, il santo torna a Cagliari, dove il voto solenne fatto dalla Municipalità di Cagliari e dai suoi abitanti viene finalmente sciolto.
La festa di Sant’Efisio rappresenta una storica tradizione che unisce gli abitanti di molti paesi dell’isola e permette di apprezzare la ricca cultura e tradizione dell’isola. Questo vibrante pellegrinaggio, tramandato di generazione in generazione, si caratterizza per la presenza di un’esplosione di colori, gioia e celebrazione in onore al santo, e rappresenta l’evento culturale più significativo della Sardegna.
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